La sommità della collina del Vomero a Napoli è dominata dalle strutture del Castel Sant’Elmo e della Certosa di San Martino.
Castel Sant’Elmo domina con la sua massa imponente il profilo della città. Con la vicina Certosa, è visibile da molti punti di Napoli. Questa massiccia fortezza fu costruita nel ‘300 da Roberto D’Angiò e completamente rifatta sotto il governo di Pedro de Toledo (1537-1546). La pianta ha la forma di una stella a sei punte; in parte è scavata nella massa tufacea ed è circondata da bastioni e fossati. Dagli spalti si gode una spettacolare vista a 360 gradi su Napoli.
Accanto al castello c’è il monumentale complesso della Certosa di San Martino, anch’essa di origine angioina: iniziata da Tino di Camaino nel 1325, fu trasformata tra gli ultimi anni del ‘500 e la metà del 600 dai più noti architetti ed artisti dell’epoca (Dosio, Fanzago), diventando la più compiuta espressione del barocco napoletano e uno dei più grandiosi monumenti della città.
L’interno della chiesa è un trionfo dl affreschi, sculture, marmi policromi, dipinti. Gli affreschi furono eseguiti, fra gli altri, da Giovanni Lanfranco e Battistello Caracciolo. Anche il presbiterio e la sagrestia sono ricchissimi di decorazioni tele di Rìbera, Massimo Stanzione, Guido Reni, armadi e stalli lignei intarsiati. La volta della cappella del Tesoro è affrescata con il luminoso Trionfo di Giuditta di Luca Giordano. Nelle sale intorno al Chiostro Grande ha sede il Museo Nazionale di San Martino. Il percorso espositivo comprende sezioni dedicate a scultura e pittura, arti minori, teatro. Importante la sezione dedicata alle immagini della città, con opere dal 400 in poi, tra cui la famosa tavola Strozzi Di particolare interesse la sezione presepiale, composta dalle opere del più celebri artisti del 700 e da due eccezionali insiemi: le statue lignee del presepe quattrocentesco di San Giovanni a Carbonara e l’ottocentesco Presepe Cuciniello (così detto dal nome del donatore) Da non perdere il quarto del Priore (l’alloggio restaurato del padre Priore) in posizione panoramica, e il bellissimo giardino del convento.
Altra altura di origine vulcanica che circonda Napoli è la collina di Capodimonte. II nome deriva dal tardo latino Caput de Monte e indica con chiarezza la posizione del luogo. una collina ubicata nel punto più alto della città storica. Qui sorge il Palazzo Reale di Capodimonte, circondato da un vasto parco. Carlo di Borbone, cacciatore appassionato, volle costruire qui un casino di caccia. In seguito ampliò il progetto e fece edilicare un palazzo per sistemarvi le preziose collezioni farnesiane. L’edificio, disegnato da Antonio Medrano, fu completato solo nel 1839. Nell’immenso bosco si trovano la Casina di Vittorio Emanuele II, il casino di caccia detto della Regina, la Cappella di San Gennaro, l’edificio dell’antica Fabbrica di porcellane fondata da Carlo di Borbone nel 1737, l’Eremo dei Cappuccini e la Fagianeria per l’allevamento del fagiani. II Palazzo Reale è oggi sede del Museo Nazionale di Capodimonte, uno dei più importanti del mondo per la pittura e le arti decorative.
II nucleo più rilevante del museo proviene dalla collezione Farnese, iniziata da papa Paolo III ed ereditata da Elisabetta Famese, madre dl Carlo dl Borbone. La quadreria comprende più di 200 capolavori Masaccio, Botticelli, Raffaello, Ribera, Tiziano, Mantegna, Correggio, EI Greco, Lorenzo Lotto, Parmigianino, Carrocci, Bruegel Nella stessa sezione sono esposti anche due cartoni preparatori di Raffaello e di Michelangelo, rispettivamente per la Stanza della Segnatura e per la Cappella Paolina in Vaticano Altrettanto eccezionale è la Galleria della pittura a Napoli tra XIII e XIX secolo. il San Ludovico da Tolosa di Simone Martini. la sconvolgente Flagellazione di Caravaggio, e ancora capolavori di Ribera, Luca Giordano. Francesco Solimena. La sezione dedicata all’Ottocento è ricca di opere dei pittori della scuola di Positipo, da Anton Smick Pitloo a Giacinto Gigante, e di maestri del naturalismo, come I Palizzi. Dei tanti artisti del secondo Ottocento e del primo Novecento – da Domenico Morelli a Vincenzo Migliaro – è possibile avere una panoramica completa. Anche la sezione contemporanea annovera opere di assoluto rilievo: da Alberto Burri ad Andy Warhol, da Carlo Alfano a Mimmo Paladino. Il percorso di visita riserva altre meraviglie come l’Appartamento Storico, col Salottino in porcellana della regina Maria Amalia. La raccolta di arti decorative è una delle più ricche d’Italia, con opere uniche come il prezioso cofanetto Farnese e gli arazzi d’Avalos; tra le porcellane esemplari eccezionali, come il grande Carro dell’Aurora in biscuit, di Filippo Tagliolini.
Vicino a piazza Dante è il Museo Archeologico Nazionale, il più importante museo del mondo per l’archeologia classica. Carlo di Borbone collocò in questo palazzo (l’antico “Palazzo degli Studi”, cioè l’università) la più grande raccolta d’arte d’Italia, la collezione Farnese ereditata dalla madre Elisabetta. A questo patrimonio si aggiunse negli anni la più grande raccolta archeologica del tempo, i reperti delle città e delle ville sepolte dal Vesuvio nel 79 d.C.
II nucleo più prezioso del Museo è costituito dai mosaici, le pitture, i gioielli, gli oggetti recuperati dalle case vesuviane. Una collezione senza paragoni al mondo, che attira naturalmente milioni di visitatori. Altro punto di forza è la meravigliosa collezione di sculture classiche, in massima parte copie romane di originali greci, tra cui le celebri sculture farnesiane (il Toro, l’Ercole Farnese, e decine dl altre). Ricchissima la collezione di cammei e gemme intagliate, che comprende l’eccezionale Tazza Farnese. Di grande importanza la raccolta dì epigrafi, oltre 2000, in quasi tutte le lingue parlate un tempo in Campania (dal greco all’osco. dall’etrusco al latino). Seconda per importanza in Italia solo a quella di Torino è la collezione egizia Una sezione è dedicata alla Villa dei Papiri, la famosa casa romana di Ercolano che ha restituito una grande quantità di materiale archeologico, tra cui celebri statue in bronzo e in marmo. Singolare il Gabinetto Segreto, una sezione museale che ricostruisce la collezione ottocentesca di opere all’epoca considerate ‘oscene’ e riservate solo a visitatori autorizzati. Si tratta di sculture, affreschi, mosaici, amuleti, lucerne e graffiti di soggetto erotico, rinvenute principalmente negli scavi vesuviani.
Caserta – Italy
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