Con questo itinerario ci proponiamo di farvi scoprire il sistema dei siti reali borbonici in Terra di Lavoro (attuale provincia di Caserta), i quali si fregiavano del titolo di Reali Delizie, luoghi atti alla caccia e allo svago della famiglia reale e della corte napoletana del XVIII e XIX secolo, ma che tuttavia si proponevano di realizzare lo sviluppo di alcune manifatture collegate allo sviluppo del territorio casertano e più ampiamente del Regno di Napoli.
La Reale tenuta di Carditello, conosciuta anche come Reggia di Carditello, è una residenza di epoca borbonica situata nel territorio di San Tammaro (CE) a pochi chilometri da Capua.
Voluto dal re Carlo di Borbone (1716-1788) è un complesso architettonico sobrio ed elegante di stile neoclassico progettato dall’architetto reale Francesco Collecini, allievo e collaboratore del più famoso Luigi Vanvitelli. Ha ospitato una dinamica e produttiva azienda agricola dedicata oltre che alla caccia anche all’allevamento dei cavalli di razza reale (cosiddetta razza Persano) e alla produzione agricola sperimentale. Ampliato per volere del successore Ferdinando IV (1751-1825) fino a raggiungere una superficie di circa 2.100 ettari, Carditello era uno di quei siti che si fregiava del titolo di “Real delizia” atta ad offrire una piacevole permanenza al re ed ai suoi ospiti per le particolari battute di caccia che i numerosi boschi ricchi di selvaggina permettevano.
Dal 2016 il complesso monumentale di Carditello è gestito dalla “Fondazione Real Sito di Carditello” che ne promuove la conoscenza, la protezione il recupero e la valorizzazione, aprendolo alle visite nei giorni festivi.
Sito Unesco
Il Casino Reale del Belvedere di San Leucio, nel territorio di Caserta, fu fatto costruire da Ferdinando IV di Borbone affidando i lavori di costruzione di quest’autentica Delizia reale all’architetto Francesco Collecini, allievo di Vanvitelli.
Nasce così per iniziativa di un monarca e non per naturale e spontanea agglomerazione la “Real Colonia di San Leucio” per manifattura della seta, dichiarata, fin dalla sia costituzione, indipendente ed autonoma. Il setificio, protetto da leggi particolari nel corso dei secoli XVIII e XIX, ebbe fasi alterne di crisi e di riprese in reazione ai vari fattori esterni e agli eventi politici. Dall’iniziale manifattura dei veli, l’attività si allargò progressivamente alla produzione di stoffe per abbigliamento e da parati con tecniche sempre più progredite.
Il borgo operaio nato intorno alla fabbrica ebbe uno statuto proprio, con leggi utopistiche per l’epoca: gli abitanti, i lavoratori impegnati nella Real Fabbrica della Seta e i loro familiari, godevano di parità di diritti, l’istruzione dei giovani era obbligatoria e gratuita, una quota del reddito veniva ceduta a un fondo che assisteva ammalati ed anziani. La produzione di sete di San Leucio s’impose in tutta Europa, e ancora oggi è molto apprezzata nel mondo.
A San Leucio i sovrani soggiornavano spesso per seguire la lavorazione della seta e per trascorrervi momenti di autentico riposo.
La Reale tenuta di San Silvestro, un’area di 76 ettari, è situata a nord della Reggia di Caserta e si estende sulle due colline di Montemaiuolo e Monte Briano. L’ex tenuta di caccia di Ferdinando IV di Borbone, un importantissimo bosco di lecci, costituiva una scenografia in perfetta armonia con la cascata del parco vanvitelliano. Nella tenuta di San Silvestro si praticavano attività agricole, con vigne, uliveti, frutteti, orti e giardini, e attività venatorie proprio come accadeva nelle tenute presso le altre corti europee secondo le mode di vita agreste diffusesi nel Settecento.
Tra il 1797 e il 1801 in quest’area fu costruito iI Real Casino per dar ristoro al Re ed al suo seguito durante la caccia nei boschi. Il 16 febbraio 1993 il WWF Italia ha ottenuto dal Ministero dei beni Culturali e dal Ministero delle Finanze la gestione del Bosco di San Silvestro.
Oltre a rappresentare senza dubbio un importante aspetto della politica di sviluppo agreste dei regnanti napoletani, permette di immergersi in uno dei migliori esempi di paesaggio storico dell’appennino campano.
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